Cigni selvatici – Tre figlie della Cina

Se sei alla ricerca di un posto in cui ritrovare te stesso e in cui immergerti in un’atmosfera di pace e tranquillità, sicuramente la Val di Fassa è il luogo che fa al caso tuo. Senza spostarti molto, passeggiando tra i nostri prati, potrai trovare l’angolo di mondo perfetto per rigenerare corpo e mente.

Il verde nei nostri luoghi fa da padrone, ed è pronto ad accoglierti così che tu possa estraniarti dal resto del mondo, per goderti una giornata di relax.

Senti in lontananza i rumori del mondo artificiale: macchine, martelli, urla di bimbi che giocano spensierati, ma accanto a te cantano i grilli, ronzano le mosche, volano leggere le farfalle.

Basta allontanarsi di poco e sedersi in un prato qualsiasi.

L’effetto sarà quello di un’ora dallo psicologo, anzi meglio. Lasciati avvolgere dalla natura, dai suoi profumi, e se ne hai voglia tira fuori il tuo libro per fuggire ancor di più dalla routine e dal tuo mondo.

Uno dei diversi prati ancor più nascosti, a venti minuti dal centro del paesino di Pera, è “Prà Repe”. Passeggia fino alla parte alta di Pera, prendi strada de la Taboca e da lì segui le indicazioni. In pochi minuti arriverai in questo meraviglioso prato in mezzo al bosco, una piccola radura, dove potrai ricordare quanto la natura sia forte e meravigliosa.

Noi ci andiamo spesso, soprattutto quando vogliamo fuggire e passare una giornata senza pensieri o preoccupazioni.

Molto spesso andiamo assieme ad un libro.

Cosa abbiamo letto questo mese?
“Cigni selvatici. Tre figlie della Cina.”

La storia vera di tre generazioni di donne cinesi “tre figlie della Cina” (l’autrice, sua madre, sua nonna) le cui vite e le cui sorti rispecchiano un secolo di storia cinese, un tempo di rivoluzioni, di tragedie e di speranze: dall’epoca dei “signori della guerra” all’occupazione giapponese e poi russa, dalla guerra civile tra i comunisti e il Kuomintang alla lunga Marcia di Mao e alla Rivoluzione Cultural. Il tutto raccontato da Jung Chan, l’ultima protagonista di questo appassionante racconto.

Allevata come una “Guardia rossa”, Jung Chang raccoglierà infine l’eredità di dolore e di speranza di sua nonna e di sua madre, opponendosi al regime, che le deporterà i genitori in un campo di rieducazione e la esilierà ai piedi dell’Himalaya, fino all’insperata occasione di espatrio, nel 1978, verso l’Inghilterra.

Noi non conoscevamo la storia della Cina ma questo libro ci ha letteralmente catapultato indietro nel tempo, a migliaia di chilometri di distanza, permettendoci di immedesimarci con la protagonista e lasciandoci senza fiato. Non sapevamo molte cose e Jung Chan ce le ha raccontate con un’attenzione maniacale verso i più piccoli dettagli, così da farci rivivere il suo passato in modo egregio. Grazie a questa donna abbiamo potuto imparare molto.

Abbiamo pianto, riso, spesso siamo rimaste a bocca aperta a chiederci come è umanamente possibile ciò che sta raccontando. Ci siamo arrabbiate, commosse, abbiamo viaggiato e abbiamo vissuto in un mondo a noi sconosciuto.

Lo consigliamo vivamente a tutti: è la testimonianza reale che non si smette mai d’imparare!